A dodici anni l’83% dei bambini naviga su internet, molti di questi possiedono già uno smarphone di ultima generazione e i genitori assicurano loro una connessione illimitata dentro e fuori casa. Per qualcuno il momento di possedere un telefono, un computer e la connessione, arriva molto prima dei 12 anni.
Persino la televisione, un tempo limitata a pochi canali, nel passaggio dall’analogico al digitale ha aperto centinaia di finestre in più sul mondo dove mantenere il controllo è davvero difficile, specie per i non nativi digitali (praticamente gli adulti, i genitori) che stentano a stare al passo con tanta modernità.
Quali rischi?
Ma quali sono i rischi di tutte queste possibilità di stare nel mondo attraverso schermi, dispositivi e quant altro? Il rischio è che i più piccoli si trovino di fronte a contenuti di vario tipo anche solo facendo una semplice ricerca su google, oscenità o contenuti violenti di vario genere, ma il rischio è anche che diventino bersaglio di molestie, di truffe, di vere e proprie persecuzioni. Diversi anni fa ormai, la tv offriva delle fasce orarie in cui i contenuti erano controllati e “assicurati” per i bambini, ma ad oggi di fronte alla molteplicità di canali esistenti oltre a quelli tematici per bambini ne esistono anche tanti altri cui l’accesso è a portata di telecomando.
Quali soluzioni?
Fondamentale diventa allora documentarsi e comprendere la portata degli strumenti che si utilizzano e insegnare loro alcuni accorgimenti, stargli accanto e spiegare ai propri bambini il significato di ciò che vedono e di ciò che può succedere, e ancora stabilire delle regole sugli orari di utilizzo. Il rischio è che i nativi digitali non escano mai da questo mondo, limitare il tempo di utilizzo di televisioni e dispositivi e favorire il contatto con la realtà, con gli amici reali, è fondamentale specie nelle fasi della crescita in cui cominciano ad istaurarsi le prime amicizie. In giappone ha preso piede un’abitudine tra i più giovani che si stanziano nelle proprie camere e non ne escono per alcuna ragione, si chiamano Hikikomori, e sono un fenomeno che si sta diffondendo anche in occidente. Una difesa estrema per non avere contatti con il reale.
Stabilire delle regole, mettere dei confini, non è una punizione nei confronti dei più piccoli è una protezione a loro vantaggio, un’occasione di apprendimento dell’equilibrio e delle regole.